Giuseppe Di Stadio
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Chi o cosa uccise il “primo” faraone? Lo so io, io c’ero!
di Giuseppe Di Stadio
Leggere della “certezza” con la quale molti studiosi sentenziano sulla fine di Narmer (ipotetico primo faraone regnante sull’Egitto unificato), per bocca di un ippopotamo o letteralmente salvato da un coccodrillo, fa sorridere per non piangere. Tra le svariate leggende sulla fine del Re, c’è la versione che lo vede vittima di un attacco di un ippopotamo durante una usuale battuta di caccia sulle acque di un affluente minore del Nilo.
A questo punto, la maggior parte dei testi, diverge fondamentalmente in due versione. La prima vede Narmer salvato da un coccodrillo; mentre la seconda lo vede soccombere e perire tra le fauci dell’ippopotamo. Errore da principianti nell’analizzare i testi egizi è sicuramente quello di preferire il metodo “letterario” al simbolismo figurativo.
NELLA PRIMA VERSIONE (Narmer salvato dal coccodrillo), non dobbiamo tralasciare che in quel periodo storico, l’unificazione del regno era avvenuta da meno di cinquant’anni. Secondo i testi, il protettore della regione nella quale si svolgono i fatti era Sobek…signore delle acque e della fertilità dalla testa di coccodrillo. Ergo il Dio veglia sulle sorti del faraone, salvandogli la vita.
NELLA SECONDA VERSIONE (Narmer ucciso dall’ippopotamo), invece dobbiamo tener conto che anche se l’identificazione del faraone come Dio incarnato nell’uomo avviene ideologicamente sotto Djoser, già da Narmer abbiamo la nascita della concezione del Dio/Re, in particolare identificato con Horus, primo faraone e protettore dei regnanti sul Nilo. Nella cosmogonia religiosa egizia, leggiamo che già in precedenza Horus ebbe uno spiacevole incontro con un ippopotamo durante una prova di resistenza all’apnea per la conquista del trono egizio…e chi era quell’ippopotamo? Non era altri che Seth, Dio della distruzione. Ideologicamente quindi, se il faraone è letteralmente essenza divina, chi se non un altro dio è in grado di ucciderlo? E tra tutti, nel Pantheon egizio, il più indicato come fratricida è appunto Seth.
Precisando che sulla leggendaria esistenza di Narmer le fonti storiche scarseggiano, chiarendo che queste sono solo ipotesi di interpretazione iconografica di un episodio della ahimè purtroppo non ben definita esistenza del faraone, concludo suggerendo a qualche collega, prima di sentenziare e proclamare “verità storiche indiscutibili” di fare un po più di attenzione a quelle che per assurdo potrebbero essere le mille sfumature che rendono unica ed affascinante oltre l’inverosimile la cultura Egizia.

![]() Tavoletta di NarmerI due lati della Tavoletta di Narmer, lastra votiva del XXXI sec. a.C. raffigurante l'unificazione dell'Alto e del Basso Egitto da parte del faraone. Su un lato il re viene raffigurato con la corona bianca a bulbo dell'Alto (meridionale) Egitto, e sull'altro lato il re indossa la corona rossa piatta del Basso (settentrionale) Egitto. | ![]() Tomba di Narmer(foto storica) La tomba di Narmer è stata rinvenuta nella necropoli di Umm el-Qa'ab presso Abydos, e consiste di due camere sotterranee collegate tra loro (attualmente identificate come B17 e B18). | ![]() Il trionfo di NarmerProcessione trionfale di Narmer. Il Re indossa la corona rossa, detta deshret, del Basso Egitto. Subito davanti al faraone si trova il sacerdote Tshet vestito con una pelle di leopardo e con i capelli lunghi. Davanti al sacerdote i quattro portastendardi identificati nei Seguaci di Horo che sorreggono gli emblemi dei primi territori unificati quali: una placenta (fertilità), un canide ("Colui che apre la via"), un uccello dal lungo becco (Luna), e l'uccello del Sole. |
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![]() Re NarmerUna grande immagine al centro della tavoletta rappresenta Narmer mentre indossa la corona bianca dell'Alto Egitto, il cui simbolo era un loto in fiore mentre impugna la mazza piriforme da combattimento. È vestito con un gonnellino e dalla cintura pende la coda di toro. Alla sua sinistra si trova un dignitario abbigliato con un perizoma ed una collana, che tiene con una mano i sandali del re e con l'altra una brocca. |
